ALDO MANUZIO, L’UMANISTA
CHE RESE LA STAMPA
UN OGGETTO D’ARTE.

Vissuto a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, amico di Pietro Bembo e Erasmo da Rotterdam, Aldo Manuzio è stato uno dei più grandi innovatori in campo tipografico, perfezionando la punteggiatura ed introducendo i caratteri corsivi, nonché il formato in ottavo, antenato dei moderni libri tascabili. L’insieme di queste caratteristiche, noto come “edizioni aldine”, costituisce ancora oggi uno dei più importanti lasciti nella storia del libro stampato.

Grazie all’apertura mentale e culturale di gran parte dei membri del patriziato e della nobiltà della Serenissima, Venezia si trasforma a partire dalla seconda metà del Quattrocento in uno dei centri più vivaci e importanti in campo umanistico.

A partire dal 1501, Manuzio utilizzò come marchio distintivo la figura di un delfino intorno a un’ancora, riferimento al motto latino Festina lente, ovvero “affrettati lentamente”. Tale emblema figurava su di un’antica moneta romana regalatagli da Pietro Bembo.

L’edizione delle opere di Aristotele, pubblicata tra il 1495 e il 1498, fu la prima al mondo a raccogliere tutti i testi scritti dall’autore greco.

La tradizione tipografica della serenissima diventa valore aggiunto e fonte d’ispirazione per l’immagine di s.osvaldo